A rinforzare gli argomenti di Giulia Innocenzi (Servizio Pubblico) contro l’allevamento della vacca da latte ora tocca a Annamaria Pisapia, Direttrice della sezione italiana della Onlus internazionale a difesa dei diritti degli animali dal nome Compassion in World Farming (CIWF) fondata nel 1967 da Peter Roberts in Inghilterra e ora presente in buona parte del mondo. Vi invitiamo a visitare il loro sito www.ciwf.it per comprendere mission e azioni di questa potente Onlus che vanta un gran numero di associati. Riportiamo in calce il testo della loro ultima newsletter del 31 marzo 2017 dal titolo “per un filo d’erba non so cosa farei”. Anche per questo intervento alcune semplici domande ad Annamaria Pisapia:

  • Nel ricordarle che la mucca non è un uomo Lei è proprio convinta che le bovine non gradiscano le stalle? Dove hanno da bere, da mangiare, un riparo dalle intemperie, da parassiti e predatori?
  • E’ ovvio che l’erba a loro piaccia ma anche concentrati come il mais, la soia, il favino e l’orzo. Ha mai provato a offrirglierli?
  • Sul vostro sito nella sezione dedicata alla definizione di “cos’è il benessere animale” vengono citate in dettaglio le “cinque libertà” che per noi coincidono con le così dette “buone pratiche d’allevamento”. La maggior parte degli allevatori le alleva con questi principi altrimenti non ne ricaverebbe reddito. Una bovina che soffre non produce latte e non si riproduce.
  • Il nostro paese importa oltre il 30% di latte bovino dall’estero anche perché non abbiamo terra a sufficienza. Se liberassimo tutte le nostre bovine al pascolo occuperemmo il 13% della superficie italiana e quindi avremmo bovine anche nei centri cittadini.
  • Il latte e il formaggio non sono alimenti da ricchi anzi sono indispensabili per la salute della gente e devono essere disponibili per tutti, perché tutti gli uomini hanno il diritto ad avere una vita sana e piacevole.

Testo della newsletter del 31 marzo 2017:

Le mucche italiane hanno bisogno di te.

 
Hanno bisogno che tu ci aiuti a raccontare la loro vera storia e a scuotere così dal profondo un sistema sostenuto da comunicazioni illusorie e fantasie rassicuranti.
 
Al pari degli altri animali negli allevamenti intensivi, anche le vacche da latte sono selezionate geneticamente per produrre di più – in questo caso latte – e costantemente spinte oltre i propri limiti naturali. Uno sfruttamento spietato che provoca spesso dolorosissime mastiti e altre patologie e una consunzione implacabile. Dopo pochissimi anni di vita produttiva sono completamente sfinite e vengono condotte al macello. Alcune addirittura non riescono nemmeno più a stare in piedi e vengono letteralmente trascinate verso il mattatoio.

Nel nostro Paese, la stragrande maggioranza delle mucche – circa due milioni di animali – vive perennemente in stalla, senza mai brucare un filo d’erba per tutta la vita.
 

Tutto questo ha un nome: si chiama “pascolo zero” ed è un sistema di allevamento crudele che priva le vacche di quello che è fondamentale per la loro salute e il loro benessere, pascolare sui prati, e le tiene rinchiuse, a mangiare cereali o foraggi coltivati spesso con fiumi di pesticidi che contaminano le acque.
 

Il pascolo zero è la norma persino nella filiera produttiva delle cosiddette “eccellenze” del Made in Italy come il Parmigiano Reggiano e il Grana padano. Proprio per questa situazione disastrosa che causa una vita di sola sofferenza a milioni di animali abbiamo bisogno di te.
 
Donando oggi sosterrai un progetto a cui stiamo già lavorando da tempo per documentare, scuotere e spingere al cambiamento il settore italiano del latte. Ci aiuterai a restituire gli animali alla terra e a ridare alle mucche nel nostro paese una vita degna di essere vissuta, in cui essere in salute e finalmente libere di poter esprimere i propri comportamenti naturali.


Ogni centesimo della tua donazione servirà per sostenere questo progetto. Quanto più raccoglieremo, quanto più a fondo riusciremo a portare la nostra campagna e con più forza riusciremo a far sentire la voce degli animali, attraverso video, foto, articoli e qualsiasi mezzo a disposizione per raggiungere il maggior numero di persone possibili.

Sappiamo che questo è l’unico modo per spingere le aziende e qualunque soggetto abbia il potere di farlo a decidere di cambiare davvero la vita degli animaliIn questo momento, il tuo contributo è essenziale per fare la differenza per le mucche italiane.
Grazie per quello che potrai fare,

Annamaria Pisapia
Direttrice CIWF Italia

PSOgni contributo, prezioso per CIWF, gode di agevolazioni fiscali.